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Viaggio in Amazzonia: l’arrivo a Cuyabeno

Tempo di lettura: 2 minutes

Da Lago Agrio, dopo circa due ore di viaggio a bordo di un vecchio e arrugginito pulmino, arriviamo a Dureno, un piccolo villaggio sito all’interno della selva, dove nei pressi si trova El Puente de Cuyabeno: finalmente vedo il Rio Cuyabeno!

Finalmente sto per giungere nel cuore dell’Amazzonia!

Delle piccole imbarcazioni a motore fanno capolino tra le scure acque del fiume e la fitta vegetazione; in circa altre due ore e mezza di navigazione, arriverò alla palafitta che per i prossimi 4 giorni sarà la mia casa all’interno della foresta pluviale primaria.

A me piace viaggiare in solitaria e, con mio grande sollievo, il gruppo di circa una quindicina di persone con il quale ero arrivata fino a lì, si divide; salgo su una di queste lunghe e strette barchette assieme ad altre 4 ragazze nord europee, Kamilo la nostra guida, un altro ragazzo di circa 18 anni collega di Kamilo e un’ingente scorta di provviste, alimentari e non, destinate alla comunità e a noi visitatori.

Saluto la terra ferma, non vedo più il tubo nero.

in mezzo alla natura selvaggia

il rio Cuyabeno

Inizia la navigazione.

Un piccolo gruppetto di Morpho Akiles, meravigliose farfalle blu dall’apertura alare di circa 15 cm, ci danno il benvenuto svolazzandoci accanto.

Intorno è uno splendore di natura selvaggia che si estende in tutte le direzioni, un groviglio di arbusti dalle mille tonalità del verde e del marrone, che in molti punti raggiungono quasi i 10 metri di altezza a protezione della loro dimora, alberi così alti che per poterne vedere la cima, si rischia di cadere all’indietro, tanto la testa deve essere piegata.

E poi reticoli e archi di liane che dal blu del cielo si gettano nell’acqua formando dei tunnel impenetrabili, odore di fresco e di vita, di animali nascosti ad osservare sicuri della propria invisibilità, fiori rossi di dimensioni mai viste, alberi che ormai morti, hanno spezzato le proprie radici e ora dormono sul letto del fiume, decomponendosi e nutrendo così gli alberi più giovani.

la perfezione della natura

foresta pluviale primaria

Acqua, tanta acqua, di cui non è possibile vedere il termine del suo confine. L’acqua si infila attraverso i tronchi delle piante, penetra nell’oscurità della giungla e si perde alla vista.

Acqua e verde, che insieme danno vita alla foresta pluviale primaria della Riserva Naturale di Cuyabeno.

Il verde a volte vorrebbe occupare tutto la spazio che è dell’acqua, chiudendo il fiume, e in alcuni momenti la barca e i suoi occupanti, devono fare dei movimenti attenti e rapidi, per evitare lo scontro con lui.

E ancora, i rumori degli animali, lontani e vicini, uccelli che si librano alti nel cielo o che appollaiati sopra il ramo di un albero, scrutano i forestieri.
Pappagalli Ara, bradipi.. il mio cuore è gonfio di gioia nel vedere questa immensa biodiversità vivere libera nel proprio ambiente.

Non eravamo ancora arrivati a destinazione, quando raggiunsi l’estasi: un folto gruppo di scimmie appartenenti alla razza Saimiris o Ardillas, stava volando sopra il Rio Cuyabeno!

Le scimmie, che si erano precedentemente arrampicate su di una grande pianta posta sulla sponda destra, si stavano lanciando da una altezza di circa 7 metri, attraversando il letto del fiume ed atterrando sull’albero di fronte a loro, posto sulla riva sinistra!

grazie scimmietta per il tuo saluto

il salto della scimmia

Fu un’esperienza stupenda, di meraviglia e incredulità infantili.

Nonostante la macchina fotografica che avevo in uso allora, di qualità pari a quella che si trovava in passato all’interno di un noto fustino di detersivo, riuscì ad immortale una delle simpatiche scimmiette durante il suo rapido volo.

Quel giorno fu un gran giorno. Ho amato subito il Rio Cuyabeno.

 

Continua la lettura del mio viaggio in Amazzonia

 

Spero che questo articolo ti abbia in qualche modo aiutato.
Grazie per la tua lettura.
Cristina – Bagaglio a Bordo

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