Curiosità dal mondo: il voto in Malaysia e quel dito nero
Stavo riguardando le foto di un mio precedente viaggio in Asia, e l’immagine di quel dito tinto di nero, mi riportò immediatamente al momento in cui l’avevo scattata. Ero appena atterrata all’aeroporto di Kuala Lumpur (capitale della Malaysia), più o meno alle ore 20 di una sera di maggio. Non avevo ancora messo piede fuori dall’aeroporto, che già avevo comprato una SIM Card locale, utilissima visto che mi sarei fermata almeno un mese in questo Paese, e per risparmiare sul trasporto verso il centro della città, prenotai un taxi con l’applicazione Grab.
Il dito che vedete nella foto, appartiene all’autista di questo taxi.
Il 10 maggio 2018, con un volo proveniente dalle Filippine, atterravo a Kuala Lumpur, capitale della Malaysia. Questa era una data di grande importanza storica per il popolo malese: infatti il giorno prima si erano tenute le elezioni, ed il risultato del referendum popolare, aveva decretato la fine di un governo durato in carica, in maniera praticamente incontrastata, per ben 60 anni (il partito conservatore).
In verità, all’epoca, non ne sapevo molto circa la politica di questo Stato, ma il risultato delle nuove elezioni era interessante, tenuto conto anche del fatto che quando si viaggia in Paesi a noi sconosciuti, questi eventi possono assumere anche connotazioni non troppo piacevoli, come ad esempio tafferugli o rivolte di vario grado.
Fortunatamente non avevo letto notizie che riportavano stati di agitazione o di disordine pubblico, ed anzi, il “mio” autista, un giovane sui trentacinque anni, era molto felice per il risultato elettorale ottenuto. Il suo entusiasmo era ben visibile sul quel volto scuro che vedevo riflesso attraverso lo specchietto retrovisore.
I suoi occhi erano pieni della luce della speranza, ed il suo sorriso bianco illuminava la notte scura di Kuala Lumpur, quasi fosse un prolungamento di quelle luci scintillati che disegnavano i profili dei tanti ed altissimi grattacieli della capitale.
Mi mostrò quel dito, con lo stesso orgoglio con cui si innalza una nuova bandiera dopo lunghi anni di fatiche e di desideri irrealizzati.
Forse ero troppo stanca per il viaggio ed avevo bisogno di riposo, o forse mi ero fatta coinvolgere anch’io da quell’aria euforica che permeava l’abitacolo; fatto sta, che non riuscivo a capire pienamente il perché di quel dito nero, ma gli domandai se potevo fargli una foto, e lui mantenendo quel sorriso abbagliante, con orgoglio, acconsentì.
Nei giorni a seguire, moltissime persone del posto con cui entravo in relazione, mi mostravano con la stessa fierezza, il dito indice colorato di nero. Altre volte ero io a cercarlo, magari tra mani attaccate agli appositi sostegni dei vagoni della metropolitana.
A parte la fine della lunga permanenza della precedente legislazione, che in realtà aveva portato all’elezione di un personaggio politico già conosciuto al popolo malese, Mohamad Mahathir, che con i suoi 92 anni conquistava anche il titolo di premier più longevo al mondo, il fatto che più mi aveva colpita di tutto questo, era ovviamente quel dito tinto di nero.
CURIOSITÀ DAL MONDO: DOVE E PERCHÉ SI VOTA CON UN DITO INTINTO NELL’INCHIOSTRO
Investigai su questa stranezza, e venni così a scoprire che agli elettori, una volta che questi avevano votato, veniva applicato su di un dito, solitamente l’indice della mano sinistra, un inchiostro indelebile semi permanente.
Questa metodologia, viene utilizzata nei Paesi in cui c’è un alto rischio di falsificazione di documenti, ed attraverso la tintura del dito che resterà tale per alcuni giorni, si cerca di scongiurare il doppio voto alle elezioni e perciò la possibilità di sabotaggi.
L’inchiostro elettorale, fu usato la prima volta in India nel 1962.
Dopo aver immerso il dito nella soluzione, questo deve essere lasciato ad asciugare all’aria per circa 15-30 secondi.
Grazie ad un nitrato d’argento contenuto in questo particolare inchiostro, il dito rimarrà colorato per circa 3-4 giorni, il tempo necessario alle cellule epidermiche per rinnovarsi; più lunga sarà invece la permanenza del colore attorno all’area dell’unghia. Concentrazioni troppo elevate di argento, possono portare all’argiria, una pericolosa malattia dermatologica spesso riscontrata tra i lavoratori delle miniere di argento.
L’uso dell’inchiostro indelebile, ha creato non pochi problemi nei Paesi in cui questa tecnica è stata adottata.
Sono stati denunciati episodi di introduzione clandestina di inchiostro in uno Stato asiatico, così da poter marcare prima delle votazioni, le dita di alcuni elettori, negando perciò a questi, la possibilità di andare alle urne. O ancora, in altri territori dell’Asia centro-meridionale e del continente Africano, sono stati segnalati atti di violenza verso coloro che avevano preferito non votare (situazione facilmente riconoscibile per via della mancanza del dito colorato) o minacce di amputazione nel caso in cui, al contrario, si fosse stati sorpresi con i segni dell’inchiostro indelebile sulle dita.
Vi sorprenderà di certo sapere che anche in Italia, nel corso del 2011, questa particolare metodologia di votazione fu utilizzata da parte dei tunisini residenti a Parma, per partecipare in qualità di cittadini residenti all’estero, alle consultazioni elettorali del proprio Paese di origine, la Tunisia appunto.
Vi lascio con le immagini di alcune tabelle che ho trovato nel sito dell’IFES (Fondazione Internazionale per i Sistemi Elettorali), un’organizzazione internazionale senza fini di lucro fondata nel 1987.
Qui viene riportata un’interessantissima panoramica aggiornata al 2017, di tutti gli Stati che hanno utilizzato, o che usano ancora, il sistema dell’inchiostro elettorale.
Vi anticipo che ve ne sono molti appartenenti al nostro continente, l’Europa.
Potrete trovate l’intero articolo cliccando su questo link.

immagine dal sito http://aceproject.org/ero-en/misc/ifes-indelible-ink-in-elections

immagine dal sito http://aceproject.org/ero-en/misc/ifes-indelible-ink-in-elections

immagine dal sito http://aceproject.org/ero-en/misc/ifes-indelible-ink-in-elections

immagine dal sito http://aceproject.org/ero-en/misc/ifes-indelible-ink-in-elections

immagine dal sito http://aceproject.org/ero-en/misc/ifes-indelible-ink-in-elections
Quando scattai la foto “a quel dito nero”, mi resi conto di trovarmi in un Paese molto diverso dal mio, soprattutto per usi e costumi, e del resto, è soprattutto questa condizione di novità ed apprendimento che vado ricercando nei miei viaggi. Ho voluto condividere con voi questo ricordo, proprio per cercare di catapultarvi in una realtà diversa a quella che siamo abituati ad immaginare, né migliore, né peggiore, ma solo diversa.
Spero che questo articolo ti abbia in qualche modo aiutato.
Grazie per la tua lettura.
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Cristina – Bagaglio a Bordo
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