Amazzonia, la bellezza di un ecosistema incontaminato e delicato

Amazzonia: Turismo Ecosostenibile vs Petrolio

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Ogni scelta che facciamo, anche se apparentemente di poco valore, nasconde spesso in realtà, ripercussioni ben più importanti.
La maggior parte di noi, non è mossa da intenzioni negative, bensì tutt’altro; quello che però ci può ingannare, è un’errata o meglio non conscia valutazione, prima di prendere una decisione.

Dobbiamo essere sempre molto attenti, soprattutto quando di mezzo ci sono soggetti o sistemi fragili, che non possono difendersi da soli: l’Amazzonia è uno di questi.

gli animali della giungla devono essere protetti

Il perezoso de tres dedos è un bradipo che rischia l’estinzione

Un patto di amicizia per la giungla

Glielo avevo promesso. Avrei raccontato al mondo di lui, del suo popolo e della sua meravigliosa Terra.
Volevo poter fare qualcosa per aiutarli. Dovevo far conoscere la loro storia.

Feci questa promessa a Kamilo e a me stessa, poco più di un anno fa, mentre mi trovavo a Cuyabeno, nell’Amazzonia ecuadoriana.

Ho sempre apprezzato e cercato la possibilità di poter toccare con mano la verità delle cose. Sono sempre stata curiosa, e nel viaggio, la curiosità diventa ancora più forte, si fa più acuta. Almeno per me.

Il mio viaggiare piano dipende anche da questo: non voglio solo vedere, voglio soprattutto conoscere ed entrare dentro quella realtà, dando se possibile, un seppur piccolo contributo positivo.

Io e il mio nuovo amico Kamilo, guida del lodge Sumona, eravamo seduti attorno al tavolo della cucina. Avevamo già finito tutti di cenare, e il cuoco stava terminando di sistemare la cucina per il giorno dopo.

La cucina era logicamente il luogo deputato a preparare i pasti per tutti gli ospiti del lodge, lavoratori e non, e in quel locale i turisti non potevano entrare. Era perciò per me una grande sorpresa ed un onore essere stata invitata lì.

Mi guardavo intorno. Per la prima volta potevo vedere quella stanza con attenzione. Mi ricordo che uno dei lati della cucina, era completamente aperto; solo una bassa staccionata, evitava di poter cadere distrattamente a mollo, nelle acque del rio Cuyabeno. Per il resto, su quel lato, non vi erano protezioni.

Eravamo seduti al tavolo posto proprio accanto alla piccola staccionata. Da quella posizione potevo guardare il cielo di una notte amazzonica, vestito di un buio assoluto come in non molte occasioni avevo già visto. Le stelle tempestavano quell’abito come fossero bottoni di diamanti.

La civiltà nella quale ero nata e cresciuta, era ben lontana, così come lo erano lampioni, palazzi, neon, rumori di auto..

Solo la fioca luce elettrica di una lampada, attiva ancora per qualche decina di minuti in quella giornata, posta all’ingresso della cucina e opposta al lato dove eravamo noi e la staccionata, permetteva di osservare le molteplici sfumature della rigogliosa e vicina vegetazione, che immersa con le proprie radici nell’acqua sottostante del rio Cuyabeno, sembrava entrare e poter inglobare con le proprie frasche l’intera cucina.

Ricordo che in quegli attimi, anche Pablo il caimano era passato di lì a salutare, e con gli occhi sporgenti sopra al muso allungato, aveva annunciato la sua solita permanenza notturna all’interno del lodge.

Kamilo mi offrì una birra, e mentre dalla giungla provenivano versi di animali a me sconosciuti ma a lui no, cominciammo a parlare.

la giungla è il regno degli animali

La tana di una tarantola dentro a un albero

Le comunità amazzoniche contro il petrolio

Ho conosciuto Kamilo durante i quattro giorni trascorsi nella Riserva Naturale di Cuyabeno in Ecuador. Lui infatti era una guida del lodge Sumona, luogo dove io ho soggiornato in quel periodo. Siamo diventati amici, e tutt’ora manteniamo un contatto epistolare.

La comunità di Kamilo si chiama Zancudo Cocha, e si trova a circa sei ore di navigazione in direzione nord-est dal lodge Sumona.
I Zancudo Cocha sono un popolo di origine Kichwa, e assieme ai Cofan, i Shuar, i Siona e i Secoya, abitano e proteggono i 600.000 ettari della Riserva di Produzione Faunistica di Cuyabeno.

Il termine Kichwa, indica anche la lingua ufficiale utilizzata dall’Impero Inca; ancora oggi circa 10 milioni di persone in Sud America, parlano questa lingua.

La mia curiosità sfogò subito la sua impellenza, nel cercare informazioni circa
il lungo tubo nero che avevo visto sulla strada da Lago Agrio per Dureno.

Vidi immediatamente sul volto di Kamilo, scomparire il suo sorriso e i suoi occhi velarsi di un sentimento di rabbia misto a tristezza.

Mi spiegò allora che lui e tutto il suo popolo, hanno come primo obiettivo di vita, quello di proteggere la loro Terra, la Foresta Amazzonica, salvaguardando l’esistenza degli animali e delle piante che in questo luogo vivono, e che ancora una volta, la minaccia più infame, deriva dall’uomo e dal suo avido scellerato egoismo, e che tutte le comunità dell’Amazzonia, lottano contro l’estrazione del petrolio e contro quel lungo tubo nero che avevo visto in Ecuador.

Le comunità amazzoniche, vivono grazie ai prodotti del loro territorio e questo è possibile solo attraverso una convivenza armoniosa e rispettosa, che può così garantire la sopravvivenza per le generazioni successive di flora, fauna e dello stesso essere umano.

I popoli dell’Amazzonia vivono perciò in simbiosi con il loro territorio, che rispettano come un membro della propria famiglia.

il turismo ecosostenibile deve vincere sul petrolio

Gli antichi popoli dell’Amazzonia ecuadoriana vivono per proteggere la natura

Il turismo ecosostenibile in difesa dell’Amazzonia

Chiesi allora a Kamilo, cosa potessi fare per poter in qualche modo aiutare lui e la nostra Amazzonia, e lui mi disse di raccontare la sua storia.

Seppi inoltre dalla sua bocca in questa occasione, che l’Agenzia Turistica di Quito presso la quale avevo acquistato il mio soggiorno di quattro giorni a Cuyabeno, avrebbe destinato il 50-70% della somma che avevo pagato alla comunità indigena che gestisce il lodge Sumona: questa fu per me una bellissima notizia!

Kamilo sta attualmente lavorando insieme alla sua famiglia, ad un progetto di turismo ecosostenibile che sorgerà a breve proprio nel territorio della sua comunità, i Zancudo Cocha.

I viaggi responsabili, rappresentano un aiuto economico per le comunità locali, che offrono in cambio, la possibilità di vivere un’esperienza unica; il turismo etico e sostenibile, può perciò arginare la speculazione e la pericolosità della caccia al petrolio in un territorio così vitalmente sensibile e fondamentale.

Mi è rimasta un’altra promessa da rispettare: tornare un giorno dalla Pachamama nell’Amazzonia ecuadoriana.

 

Spero che questo articolo ti abbia in qualche modo aiutato.
Grazie per la tua lettura.
Cristina – Bagaglio a Bordo

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